ATTACCHI DI PANICO E PSICOTERAPIA

Gli attacchi di panico sono episodi di intensa paura o di una rapida escalation dell’ansia normalmente presente. Insorge un’angoscia intensa senza alcuna prevedibilità e senza possibilità di interromperla. A ciò si associano manifestazioni fisiche quali palpitazioni, tachicardia, vertigine, tremori corporei, diarrea o sudorazione eccessiva e soprattutto sensazione di soffocamento…..nell’attacco di panico è il corpo a parlare della propria morte o, meglio, della propria agonia.
Chi ha provato gli attacchi di panico li descrive come un’esperienza terribile, spesso improvvisa ed inaspettata, almeno la prima volta,in seguito la paura di un nuovo attacco diventa immediatamente forte e dominante. Spesso per la persone diventa difficile svolgere azioni quotidiane come guidare o uscire da sola di casa. L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ma l’individuo diviene così schiavo del panico. Questo costringe spesso tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque. Ne consegue un senso di frustrazione che deriva dal fatto di essere “grande e grosso” ma dipendente dagli altri, che può condurre ad una depressione secondaria.
Alcuni eventi di vita possono fungere da fattori precipitanti, anche se non indicono necessariamente un attacco di panico.
A volte le persone temono che i sintomi dell’attacco di panico indichino che stanno “impazzendo” o perdendo il controllo, o che sono emotivamente deboli e instabili.
Una volta comparso, l’attacco di panico tende inesorabilmente a ripetersi.
Chi lo ha subito, lungi dall’essere rassicurato dal fatto di essere sopravvissuto o dal convincersi dall’inconsistenza dei suoi terrori, sembra sempre più incline a farsene catturare. Un elemento molto importante nella preparazione e nello scatenamento dell’attacco è il ruolo giocato dall’immaginazione.

L’attacco di panico in psicoterapia viene considerato un sintomo di una complessa ma aspecifica sofferenza del Sé, espressione del venir meno di alcuni parametri necessari al suo funzionamento.
L’angosciosa sensazione di non comprendersi porta all’accumulo dell’ansia che, nel corso della crisi, si travasa nel corpo e si esprime in un linguaggio viscerale, sottraendosi sempre di più alla possibilità di essere raffigurata psichicamente.
I terapeuti sanno tuttavia che le fobie e gli attacchi di panico sono solo un sintomo di una situazione molto più complessa: sono l’espressione di un difetto di costituzione della personalità.
Alcune volte gli attacchi di panico compaiono nel corso di crisi di identità, nei momenti di trasformazione (entrata nell’età adulta, crisi della mezza età) o come reazioni psicosomatiche alla separazione, ma indicano una mancata strutturazione del sé. È il fallimento di quelle funzioni inconsce che modulano e monitorizzano lo stato emotivo. Nelle condizioni di stress non è possibile utilizzare quell’insieme di operazioni inconsapevoli necessarie a trasformare i contenuti emotivi per renderli idonei al funzionamento della vita psichica.
In altre parole si viene a configurare una rottura simile a quella del disturbo post-traumatico da stress in cui la persona, in uno stato di ipervigilanza, cade improvvisamente preda di attacchi di terrore legati associativamente all’episodio traumatico.

La psicoterapia affronta gli attacchi d panico in vari modi in base all’approccio di riferimento.

Da un punto di vista psicodinamico i sintomi nascono da conflitti e fantasie inconsci. Ad esempio pazienti con disturbi di panico spesso lottano con sentimenti e fantasie di rabbia e aggressività che sperimentano come attacchi e minacce alle figure di attaccamento. Queste fantasia e sentimenti vengono vissuti come minacce perciò vengono spesso evitati grazie a dei processi psichici chiamati meccanismi di difesa che possono essere osservati ed analizzati nel corso di un adeguato trattamento psicoterapeutico.
Buona parte del lavoro della psicoterapia psicodinamica nel trattamento degli attacchi di panico mira al riconoscimento di sentimenti di rabbia (e dei meccanismi di difesa che hanno la funzione di evitare tale riconoscimento), alla gestione dell’ambivalenza circa i desideri di autonomia e dipendenza e le connesse paure di smarrimento o di abbandono.
Il lavoro terapeutico si incentra sull’identificare il significato e il contenuto dei sintomi, esplorando le circostanze in cui si sviluppano gli episodi di panico. Il chiarimento di una storia evolutiva, compresi i precedenti episodi di panico, aiuta a determinare in che modo le prime esperienze di vita e le rappresentazioni di sé e degli oggetti possano svolgere un ruolo attivo nel disturbo.
Successivamente si cercano di identificare i conflitti fondamentali sottostanti il disturbo di panico. Conflitti quali la rabbia e l’autonomia, nonché altre dinamiche e i relativi meccanismi di difesa vengono portati all’attenzione del paziente man mano che questi si rendono visibili all’interno del trattamento. I meccanismi di difesa sono gradualmente mostrati come tentativi spesso inconsci per evitare di affrontare i contenuti potenzialmente responsabili degli attacchi di panico. L’emergere di queste meccanismi all’interno della relazione terapeutica permette al paziente di prenderne consapevolezza e di affrontarli.

Attacchi di panico e psicoterapia
Attacchi di panico e psicoterapia